Cantine FLORIO Marsala TP

 

 Appena si entra in questo tempio capisci che quello che chiamano MARSALA ha qualcosa di affascinante, di autentico e vivo. Un passato imponente che ti avvolge come le volte di mattoni a coprire e quasi a

proteggere le antiche botti.

La storia comincia nel 1833 anno di inizio dei lavori di costruzione della cantina, e si respira percorrendo le navate dei quattro differenti ambienti. Qui, vengono posizionate e sapientemente riposizionate le botti di legno dove vive e affina il Marsala. Sembrano foreste ordinate di tronchi mozzati, solcate dal vento proveniente dal mare che va ad arricchire questo oro liquido. Il vecchio metodo Perpetuum, che consisteva nel ricolmare le botti contenenti il vino forte e maturo con del vino giovane, permetteva di avere un blend di annate di vini più o meno invecchiati riportando al palato gusti

antichi e divini. Non per nulla la parte di vino che evapora nel corso dell’affinamento viene chiamata Angel’s Share (la parte dell’angelo). Affascinano anche certe antiche denominazioni quasi scomparse dalle

etichette attuali come l’abbreviazione I.P. (Italia Particolare), o come le sigle S.O.M. (Superior Old Marsala), L.P. (London Particular), o G.D (Garibaldi Dolce). Tutto per arricchire ancora di più la storia di questo

fantastico vino che ognuno di noi dovrebbe approfondire e capire lasciandosi cullare dai profumi complessi di frutta secca, di tabacco, di caramello e dalle note dolci di miele e spezie, dalla lunga persistenza una volta sorseggiato, insomma un indimenticabile momento di abbandono….

 

 Giuseppe Caprì